Fuori uno: la Juventus vince la Coppa Italia, battuta la Lazio 2-0
I bianconeri centrano il primo obiettivo stagionale con un netto successo nella finale di Coppa Italia. Succede tutto nel primo tempo con i gol di Dani Alves e Bonucci, poi la Juventus gestisce il ritorno della Lazio. Per la squadra di Allegri è la terza vittoria consecutiva in questa competizione: non ci era mai riuscito nessuno prima nella storia del calcio italiano.
“La stagione della Juventus inizia oggi”, aveva tuonato Massimiliano Allegri alla vigilia… Ed inizia allora come meglio non avrebbe potuto. I bianconeri infatti centrato il primo obiettivo stagionale, portando a casa il terzo trionfo consecutivo in Coppa Italia – il dodicesimo
della storia del club: impresa mai riuscita a nessuno prima nel calcio nostrano. E’ un Juve completamente diversa rispetto a quella vista qualche giorno fa proprio in questo stadio: concentrata, cattiva, cinica. Le ‘tre
c’ che da ormai parecchio tempo caratterizzano le partite che davvero contano delle squadre di Allegri, sintomo di una mentalità vincente che nessuno ha al momento in Italia. Nemmeno la Lazio di Inzaghi, squadra più in forma del campionato, che deve arrendersi a un po’ di sfortuna
sul più bello – un palo di Keita sullo 0-0, le condizioni di Parolo… – ma anche a una squadra apparsaci palesemente più pronta e più forte per affrontare questo tipo di partite. Insomma, dopo il rallentamento in
campionato la settimana della Juventus riparte con la marcia giusta. In bocca al lupo al Crotone, che domenica dovrà provare a tenere vivo il sogno salvezza contro una squadra di fronte al secondo match point…
E questa volta senza ulteriori preoccupazioni di cui curarsi.
La cronaca
Inzaghi corre il rischio Parolo – non al meglio – e Allegri quello Mandzukic-Dybala, ma a uscirne quasi subito vincitore è il tecnico della Juventus. Non tanto per la scelta degli uomini in sé, quanto piuttosto per uno schieramento tattico che ancora una volta mette lo scatenato
Dani Alves nel cuore della manovra offensiva dei bianconeri. A dirla tutta la Lazio avrebbe anche con Keita la palla per scrivere, probabilmente, quella che sarebbe stata tutt’altra trama, ma la ripartenza a sinistra
dello spagnolo e le speranze biancocelesti – esattamente come la finale di due anni fa con Djordjevic – sbattono su un clamoroso palo a Neto sorpreso. Da lì in poi la partita cambia anche perché la Juve passa alla prima
vera chance grazie alla samba-connection: Alex Sandro crossa perfettamente da sinistra, Wallace stringe al centro sbagliando il movimento e Dani Alves è ottimamente piazzato sul secondo palo per il gol del vantaggio. Un vantaggio che esalta ancor di più i bianconeri e spegne la Lazio,
costretta a far meno proprio di Parolo dopo 20 minuti. E da corner, poi, arriva anche il 2-0: Dybala dentro, spizza Alex Sandro sul primo palo e Bonucci brucia tutti da vero bomber. La Juve da lì va in controllo, alza
e abbassa i ritmi a piacimento e gestisce un pallone tra linee che la Lazio non riesce né a leggere né a chiudere.
E dalla ripresa tutto ciò diventa ancor più evidente. I bianconeri scendono nei ritmi, accettano i tentativi della Lazio ma esclusa una gran parata di Neto su Immobile
– con il brasiliano che si riscatta – non corrono di fatto più rischi. Anzi, a sfiorare chiaramente ancora il gol è Higuain, che in una serata in chiaro-scuro conferma il suo brutto rapporto con le finali esaltando i riflessi di Stakosha. Poi è solo festa per la squadra e per Max Allegri, che cede con i rimproveri ai suoi solo all’ultimo
minuto di recupero per godersi la prima – e meritatissima – festa della sua squadra.
Il migliore
Dani ALVES. Sempre lui, ancora lui: l’uomo più in forma della Juventus segna il vantaggio, ridicolizza Lulic, ispira ed inventa. Immarcabile, decisivo quando serve: ad inizio stagione, chi l’avrebbe
mai detto?
Il peggiore
WALLACE. È un flagello: dorme sul gol del vantaggio di Dani Alves - una distrazione che costa carissimo
– commette poi un altro errore in disimpegno e viene graziato da Tagliavento dopo un intervento da tosaerba su Dybala. Non ci capisce nulla per tutta la partita.
Il tabellino
Juventus (3-4-2-1): Neto; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Dani Alves, Marchisio, Rincon, Alex Sandro; Dybala (79’ Lemina), Mandzukic; Higuain.
Lazio (3-5-2): Strakosha; Bastos (53’ Felipe Anderson), De Vrij (69’ Luis Alberto), Wallace; Basta, Parolo (20’ Radu), Biglia, Milinkovic-Savic, Lulic; Keita, Immobile.
Gol: 12’ Dani Alves, 25’ Bonucci.
Note – Ammonito: Dani Alves.
Le pagelle di Juventus-Lazio 2-0
Monumentale Dani Alves, ma ai suoi livelli anche Alex Sandro sull'altra fascia. Bene anche la difesa bianconera, mentre è disastrosa nel primo tempo quella biancoceleste. Gli unici a provarci per la Lazio sono Keita, Milinkovic e Felipe Anderson.
Juventus
Norberto NETO 6,5 Sul palo di Keita ha la mobilità di un palombaro, poi si riscatta con due salvataggi autentici su Felipe Anderson prima e su Immobile poi, con un riflesso grandioso.
Andrea BARZAGLI 6 Soffre un po’ Keita, respira quando passa Immobile dalle sue parti. È comunque provvidenziale la sua micro-deviazione sul palo iniziale di Keita.
Leonardo BONUCCI 7 Segna il raddoppio che manda in archivio la pratica, in difesa il compito contro Immobile è molto più agevole rispetto alle previsioni.
Giorgio CHIELLINI 7 Grande partita, niente da dire. Riesce sempre a prendere il tempo al diretto avversario, si concede una licenza poetica provando un sinistro da casa sua. Pulito e preciso, chiude tutti gli spazi.
Alex SANDRO 7,5 Mette lo zampino in entrambi i gol: cross perfetto per l’altro esterno Dani Alves, spizzata di testa per il raddoppio di Bonucci. In difesa non lo superano mai, sulla fascia è un trattore.
Claudio MARCHISIO 6 Sembra a corto di fiato a tratti, sbaglia qualche apertura per i compagni: non una partita indimenticabile, sufficiente a portare a casa la pagnotta. Non è ancora tornato ai suoi livelli, gioca troppo
elementare e non sembra sicuro.
Tomas RINCON 6 Il meno propositivo e preciso dei suoi, rimane comunque a galla. Lavora di interdizione, non brilla in altri settori.
Dani ALVES 8 Sempre lui, ancora lui: l’uomo più in forma della Juventus segna il vantaggio,
ridicolizza Lulic, ispira ed inventa. Immarcabile, decisivo quando serve: ad inizio stagione, chi l’avrebbe mai detto?
Paulo DYBALA 6,5 A tratti ingiocabile, a volte si incaponisce perché cerca sempre un tocco o un dribbling in più dimenticandosi di calciare. (dal 78' Mario LEMINA sv)
Mario MANDZUKIC 6 Molto stanco, lo si nota fin da subito: non si tira mai indietro nella lotta fino all'ultimo minuto, perché fa parte della sua indole, ma è allo stesso tempo un po’ più impreciso
del solito.
Gonzalo HIGUAIN 6 Vince il suo primo titolo con la Juventus, mangiandosi un paio di occasioni. Lavora molto per la squadra, si sacrifica anche in ripiegamento, è meno letale del consueto.
All. Massimiliano ALLEGRI 7 Anche questa volta ha ragione lui: sceglie il turnover, vince lo stesso e mette in bacheca il primo trofeo della stagione.
Lazio
Thomas STRAKOSHA 7,5 Un gatto su Higuain, per due volte in pochi istanti tiene in superficie la Lazio. Para quel che può, si arrende in due occasioni troppo grandi anche per lui.
BASTOS 5,5 In difficoltà fisica contro Mandzukic, che non sta benissimo e non è nella sua
serata migliore. Inzaghi lo toglie per esigenze tattiche, probabilmente gli fa un favore.
Stefan DE VRIJ 5,5 Fatale la distrazione sul corner: guarda la palla, si dimentica l’avversario, lascia un’autostrada a Bonucci, la Juve raddoppia, la Lazio saluta i sogni di gloria. (dal 69' Luis ALBERTO 6 Cerca di dare verve alla Lazio, si mette in luce con un gran destro al volo. Quantomeno ci prova).
WALLACE 4 È un flagello: dorme sul gol del vantaggio di Dani Alves - una distrazione che costa
carissimo – commette poi un altro errore in disimpegno poco dopo e viene graziato da Tagliavento dopo un intervento da tosaerba su Dybala. Non ci capisce nulla.
Dusan BASTA 5 Non una grande partita per lui, soffre Alex Sandro da matti e quando prova a mettere il naso nella metà campo offensiva pecca di precisione. (dal 53' Felipe ANDERSON 6,5 Ingresso in campo che rivitalizza la Lazio, ci prova in più di un'occasione senza fortuna).
Marco PAROLO sv Si ferma nel riscaldamento, gioca venti minuti e brucia una sostituzione. (dal 20’ pt Stefan RADU 5 Entra e decide subito per le maniere forti, trovando sempre le gambe e quasi mai la palla)
Lucas BIGLIA 6 La Juve prende la residenza tra le linee nei primi minuti e lui è un birillo, non oppone resistenza. Si rianima nel secondo tempo, smistando palloni interessanti e prendendo un po’ di più
il controllo del gioco.
Sergej MILINKOVIC-SAVIC 6 Prova lui a scuotere dal torpore la Lazio, e sul suo cross Immobile quasi riapre la partita. Nel primo tempo, insieme a Keita, è il più propositivo, ma predica nel deserto.
Senad LULIC 5,5 Troppo nervoso e come diretta conseguenza anche troppo falloso. Dani Alves è un brutto cliente, specialmente in una serata come questa, lui non gli legge nemmeno la targa.
Balde KEITA 6,5 Ci prova praticamente solo lui: colpisce un palo in partenza, calcia da diverse posizioni senza mai trovare il gol. Tiene alta la bandiera e le speranza, purtroppo per lui e per la Lazio non basta.
Ciro IMMOBILE 4,5 Bonucci e Chiellini se lo mangiano, lui non si aiuta sbagliando praticamente sempre il primo controllo. Poco reattivo, va molto vicino al gol dell’1-2 in due occasioni, e le sbaglia entrambe. Per sua fortuna
è in fuorigioco quando di testa non segna da due passi.
All. Simone INZAGHI 5,5 Le scelte non gli danno ragione con il senno di poi: rischia comunque Parolo e si brucia un cambio dopo venti minuti, preferisce escludere Felipe Anderson, che in realtà si rivela in buona serata quando
mette piede in campo. E' anche abbastanza sfortunato.
Le 5 verità che ci ha lasciato Juventus-Lazio
Dallo strapotere dei brasiliani Alex Sandro e Dani Alves alla serata nata male della Lazio. Ma anche il rapporto di Higuain con le finali, le certezze Keita e Milinkovic-Savic e una sentenza: Allegri ha azzeccato l'ennesima mossa della sua stagione.
1. Aveva ragione Allegri
Chiaro, semplice, cristallino. Il successo della Juventus nasce domenica sera, quando il tecnico bianconero decide di non spingere al massimo sull’acceleratore dando una chiara direzione ai suoi: la partita che contava
era questa. Detto, fatto. Tre giorni dopo Allegri ritrova i suoi titolari, la sua intensità e la sua attenzione, dominando la finale e portando via il primo titolo stagionale: fatto apparire assai più scontato
e semplice di quanto effettivamente non si poi stato sul campo. Che dire se non ancora una volta chapeau?
2. Dani Alves-Alex Sandro: la 'samba-connection' della Juventus
In questo momento semplicemente impressionanti. La Juventus non è mai stata una squadra con grande tradizione in termini di brasiliani – anzi, si ricordano più
pacchi che colpi veri – ma con questi due la Juventus ha trovato un tesoro. L’esterno di sinistra ex Porto ha ancora una volta fatto i buchi a sinistra, mentre l’ex terzino del Barcellona è in uno stato di forma fuori dal normale. Uomo in più di un finale di stagione che dal match col Barcellona in poi lo sta mostrando agli occhi del calcio italiano come quel fenomeno che effettivamente
era stato in maglia blaugrana: assist, gol, corsa, tunnel, giocate e chi più ne ha più ne metta.
3. Lazio, una serata nata male e un gap evidente
A volte i segnali sono chiari: i dolori fisici di Parolo nel riscaldamento, il palo di Keita a freddo. Il dio del calcio stasera aveva scelto i colori bianconeri fin dall’inizio e per la Lazio non c’è
stato un granché da fare. Il gap con la Juventus è chiaramente ancora molto distante – come praticamente per quasi tutte in Italia – e la finale di Coppa Italia, al di là degli episodi sfortunati,
l’ha chiaramente messo in mostra. Poco rammarico dunque per Inzaghi se non quello di essersi inchinati ai più forti.
4. Higuain e le finali…
Se c’è una mezza nota negativa nella serata dei bianconeri è nel rendimento di Gonzalo Higuain. L’argentino vede le finali e si blocca. Si mangia un gol sotto porta nel primo tempo e fa la stessa cosa nel finale, dimostrandosi poco freddo in una serata che già si era messa bene e dove non
c’erano particolari pressioni. La Juventus spera di trovare un antidoto entro sabato 3 giugno, quando errori così difficilmente saranno perdonati da un avversario come il Real Madrid. Nel frattempo un po’ di training autogeno potrebbe aiutare.
5. Keita e Milinkovic-Savic: gli intoccabili da cui ripartire
Si parlava di gap… ecco due certezze da cui ripartire nel caso la Lazio voglia fare davvero un ulteriore step verso l’alto. Keita e Milinkovic-Savic riescono a non
sfigurare anche in una serata dove alla fine i biancocelesti non la vedono quasi mai, dimostrando il loro valore di fronte a una Juve che per altro, sul mercato, continua a marcarli da vicino. Lotito è avvisato: sostituire due così sarebbe veramente molto, molto complicato.
Fonte EUROSPORT
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