A Miami punta al suo terzo quarto in un "1000"
"Mi sto allenando bene ma sto giocando male: quindi devo avere pazienza e lavorare. Se il fisico è a posto e continuo a fare le cose giuste i risultati arriveranno, anche se non so quando": così si era espresso Fabio Fognini qualche settimana fa a proposito del lavoro svolto con Franco Davin, il coach (ex storico di Del Potro) che lo segue dallo scorso dicembre. Ebbene pare che il momento di raccogliere i frutti del duro lavoro (nella off-season ha perso tre chili) sia arrivato proprio in questo doppio appuntamento “coast to coast” sul cemento a stelle e strisce dei primi due Masters 1000 della stagione. E così dopo il terzo turno di Indian Wells sono arrivati gli ottavi a Miami. Era dagli Internazionali BNL d’Italia del 2015 che il ligure non arrivava così avanti in un “1000”, e se parliamo di cemento bisogna andare ancora più indietro, a Cincinnati 2014.
SOLO NEL 2014 HA FATTO MEGLIO - Almeno per ora. In quell’anno Fognini raggiunse il quarto turno (ottavi) sia Indian Wells 2014, fermato da Dolgopolov, che a Miami, battuto da Nadal: risultati che il 31 marzo 2014 gli avrebbero permesso di firmare il best ranking, numero 13. Quest’anno, Davis compresa, il 29enne di Arma di Taggia era arrivato ad Indian Wells con un bilancio decisamente deludente: 5 match vinti ed altrettanti persi, e come miglior risultato stagionale i quarti di finale a San Paolo. Poi improvvisamente in California qualcosa è cambiato: Fabio ha vinto una gran partita al secondo turno contro Tsonga anche se però non è riuscito a ripetersi contro Cuevas nel turno successivo. A Miami, invece, ha messo già in fila Harrison, Sousa e Chardy, superando con ammirevole calma anche qualche momento di difficoltà come accaduto nel match con il francese, e martedì proverà a raggiungere per la terza volta in carriera i quarti in un “1000” contro lo statunitense Donald Young, numero 51 Atp, che si è aggiudicato i due precedenti confronti diretti, lo scorso anno sulla terra di Nizza e nel 2012 sul veloce indoor di Vienna. Del resto Fabio lo aveva promesso lo scorso anno dopo la vittoria ad Umago del suo quarto titolo Atp: «Il prossimo passo è vincere un grande torneo, magari sul cemento».
FOGNINI E I MASTERS 1000 - Fabio ed i “1000” non hanno mai avuto un gran rapporto. Il miglior risultato del ligure in un torneo di questa categoria è arrivato sul “rosso” di Montecarlo, la superficie che predilige, dove nel 2013 ha messo in fila Seppi, Ramos-Vinolas, Berdych e Gasquet prima di cedere a Djokovic. Sempre sulla terra del Country Club è arrivato negli ottavi nel 2009 - partendo dalle qualificazioni -, fermato da Murray, ed ancora del 2014, battuto da Tsonga. Un ottavo Fabio lo ha firmato anche a Roma, nel 2015, quando ha superato Johnson e Dimitrov prima di cedere a Berdych.
Eppure è stato proprio sul cemento che Fognini ha ottenuto il suo primo ottavo in un Masters 1000: accade a Montreal, in Canada, nel 2007, quando un Fognini appena 20enne superò le quali e nel main draw sconfisse Polansky ed Andy Murray prima di cedere a Federer. Da segnalare anche i già citati ottavi back-to-back di Indian Wells e Miami 2014, quelli di Shanghai 2013, sconfitto da Djokovic, e soprattutto i quarti a Cincinnati 2014, fermato da Raonic. Chissà che a Miami Fabio non riesca a fare il bis.
di Tiziana Tricarico
Fonte FIT Federazione Italiana Tennis
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