Una lunghissima carriera
(ancora oggi è l'allenatore con più panchine in Serie A, 795) che lo ha visto
ottenere, come dice lui "scudetti" delle piccole cioè le promozioni e
le salvezze ma in taluni casi straordinari successi, come il sesto posto
raggiunto con l’Ascoli o la qualificazione per l’allora Coppa Uefa con il
Cagliari etc..
Ma facciamo un breve
riassunto della carriera di Mister Mazzone:
esordisce in panchina con
l'Ascoli di Costantino Rozzi verso il quale non ha
mai nascosto la sua gratitudine, ha guidato anche, Fiorentina, Catanzaro,
Lecce, Cagliari, Roma, Napoli, Bologna, Perugia e Livorno (Ascoli e Bologna in
due periodi diversi). Ha allenato campioni del calibro di Totti, Roby Baggio,
Pirlo, Balbo, Fonseca, Antognoni, Francescoli, Signori, Giannini. Molti dei
suoi allievi sono diventati allenatori di successo: Conte, Guardiola e Ranieri,
ma anche Iachini, Carillo, Mihajlovic, Mandorlini, Novellino, Menichini,
Nicolini, Bisoli e tanti altri.
All'inizio degli anni
Settanta porta l’Ascoli dalla C alla A e dove tornerà nei primi anni ottanta
per raggiungere uno straordinario sesto posto oltre che l'obiettivo di quattro
salvezze consecutive. In seguito alla guida della "sua" Roma tra il
1993 e il 1996 (venuti dopo l'exploit dei campionati con il Cagliari che riuscì
a portare dopo 21 anni in Coppa Uefa) quando fece esordire in serie A Francesco
Totti. E come non ricordare le straordinarie stagioni sulla panchina del
Brescia di Roberto Baggio ma anche di Andrea Pirlo, sua l'idea di trasformarlo
in regista davanti alla difesa ruolo in cui diventerà imbattibile, e di Pep
Guardiola. Con lui le rondinelle raggiungeranno il miglior risultato di sempre
con il settimo posto nel campionato 2001-2002.
Rimane negli annali la sua
corsa verso la curva dei tifosi atalantini che lo offendevano ed a cui Mazzone
promette ed ottiene di recuperare lo svantaggio accumulato dalla sua squadra.
Facciamo gli auguri di
compleanno al tecnico ma sopratutto all’uomo che ci ha fatto vivere l’ardore ed
il divertimento del suo calcio, quel calcio che oggi non c’è più.
Questo è il ritratto che lui
fa di se stesso:
“Sono sempre stato un cane
sciolto. Avanti tutta, come un navigatore solitario. Mai avuto padrini, né
sponsor. Mai fatto parte di lobby di potenti dirigenti, mai goduto del favore
di giornalisti condiscendenti o di raccomandazioni. Se ho ottenuto qualcosa lo
devo a me stesso, alla mia determinazione e alla passione che ho messo nella
mia carriera. E sono orgoglioso di essere un grande professionista, magari non
un grande allenatore, ma certamente un professionista e un uomo perbene.”
Ma noi riteniamo che in
questa frase rivolta dal tecnico al difensore Amedeo Carboni è racchiuso tutto
il suo modo di essere:
“Amedè quanti gol hai fatto in carriera”? “4 Mister”! “E allora perché cazzo te ne stai a annà in attacco?!!!”
“AUGURI MISTER”
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