Non si capisce se Virginia Raggi ed il movimento 5 stelle ci
sono o ci fanno, se si siano venduti ai “palazzinari” americani o si sono
impauriti di fronte alla pressione mediatica posta sull’argomento del nuovo
stadio per la Roma calcio; è vero che hanno a che fare con gli italiani i quali
hanno dimostrato più volte di ottenere piacere quando li prendono per il c…o,
ma non tutti hanno l’anello al naso, magari il salame sugli occhi, ma l’anello
no!.
Per togliere il nobile affettato, andiamo a valutare il
percorso che ha portato il M5s a vantarsi dell’accordo raggiunto per lo stadio
per la Roma calcio.
Inizialmente, senza spiegazioni, ma forse guidata da un vero
vento di moralità la sindaca Raggi ha rifiutato il progetto del nuovo stadio,
per poi cedere concordando una nuova cubatura relativa al terreno da utilizzare
su cui costruirlo.
Veniamo al dunque:
si continua ad evidenziare il fattore cubatura da
utilizzare, non ponendo invece in evidenza che lo stadio sorgerà su terreno
demaniale (di proprietà dei cittadini!), su cui viene permesso di costruire non
solo lo stadio ma anche una serie di palazzi di ben sette piani.
Ancora non viene specificato quale indirizzo di uso avranno
le palazzine citate, ma se fosse deliberata una possibile vendita sarebbe un
oltraggio alla legge, il m5s potrebbe tranquillamente fare a meno di
presentarsi come partito pulito, in quanto risulterebbe compiacente agli
interessi della ditta che costruirà lo stadio per la Roma calcio, ma non della
Roma calcio; dove è la differenza? Semplice, in primis il Sig. Pallotta detrae
i costi dello stadio dalla società Roma, in oltre il Pallotta potrebbe in
qualsiasi momento lasciare la società Roma e chiedere una quota di affitto che
non consentirebbe ad una eventuale nuova proprietà di utilizzare lo stadio. Che
succederebbe in questo caso?, non lo sa nessuno, e niente viene detto in
merito, l’unica cosa di cui si parla è la cubatura da utilizzare.
Se il M5s vuole recuperare una credibilità deve inserire un
vincolo per cui la Roma calcio dovrà divenire proprietaria dello stadio, in
modo che se la società calcistica viene ceduta ne rimane utilizzatrice e per le
palazzine, che nulla hanno a che condividere con la Roma calcio, non deve
essere concesso l’edificazione.
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